Luca Zardini ripete Drumtime a Fonzaso

Nelle vacanze pasquali Luca ‘Canon’ Zardini ha realizzato la prima ripetizione di Drumtime, la via aperta e liberata da Riccardo ‘Sky’ Scarian a Fonzaso (BL).

Nelle vacanze pasquali Luca ‘Canon’ Zardini ha realizzato la prima ripetizione di Drumtime, la via aperta e liberata da Riccardo ‘Sky’ Scarian a Fonzaso (BL) che, con una quarantina di intensi movimenti su placca strapiombante, unisce in linea retta la prima parte del “Gladiatore” (8c+) con la parte superiore di “Diabloluna” (8c).

Zardini ha impiegato 6 tentativi per venire a capo del problema, trovando una ‘soluzione’ che evita il difficile lancio utilizzato da Scarian e che, indubbiamente, rende meno aleatorio e quindi relativamente più facile il tutto. Per questo le sue conclusioni sulla difficoltà della via ritoccano il 9a proposto da Riccardo a un 8c+. Naturalmente, poi, come spiega Luca c’è anche da considerare la soggettività nell’esprimere la difficoltà di una via…

Dunque: evitando il lancio, Drumtime per Zardini non raggiunge il grado 9… Ma come spesso abbiamo fatto notare, e proprio tenendo conto anche delle sue precisazione, questo non deve stupire. E’ sempre difficile raggiungere il grado perfetto specialmente ai vertici della scala (appunto tra 8c+ e 9a). Differenti metodi e anche cambiamenti, seppur leggeri, di percorso possono influire in modo determinante… Insomma, il ‘grado’, come tutte le convenzioni, non è mai perfetto, e non spiega tutto. E, forse, anche questo è il bello della scalata!

La parola, come sempre, ora va agli altri volenterosi ripetitori, perché si sa in arrampicata il tempo e le esperienze dei molti poi fanno la ‘storia’.

FONZASO E DRUMTIME
di Luca Zardini

“Dopo un lungo periodo di più di due anni di assenza dalle parti della bella falesia di Fonzaso, eccomi di nuovo qua sollecitato dall’ultima realizzazione di Riccardo Scarian, vero mattatore delle vie estreme di questa falesia… la via in questione è ‘Drumtime’: aspetta il mio primo affondo che regolarmente coincide con le classiche gite fuori porta pasquali.

L’ultima mia apparizione da queste parti risaliva alla realizzazione nella primavera del 2004 del ‘Gladiatore’ 8c+ che seguiva di un paio di anni quella di ‘Diabloluna’, tornata agli onori della cronaca nell’ultimo periodo per la recente e bella ripetizione da parte di Maurizio Zanolla Manolo.

Per questa primavera dunque mi aspettava la nuova connessione di ‘Sky’ che mette assieme la prima parte del ‘Gladiatore’ e la seconda parte della stessa ‘Diabloluna’ per dar vita, appunto, a “Drumtime”.

Il primo affondo e molto confortante tanto che al primo tentativo, dopo una lunga ricognizione di ripasso dei movimenti, mi ritrovo a cadere all’ultimo delicato passaggio della via e cioè il raggiungimento della “famelica” tacca finale che aveva fatto penare anche Riccardo nei suoi tentativi… Riparto poco dopo per il secondo giro e, complice una leggera pioggerellina primaverile, mi ritrovo ancora una volta giù sullo stesso movimento!

Dopo un paio di tentativi finiti male il giorno successivo, di cui ancora uno sempre allo stesso punto dei due precedenti, decido di riprovare ad una settimana di distanza se pur il caldo quasi estivo (25° C) cominciava a farsi strada nella valle… Per l’occasione, dunque, tento un unico deciso affondo verso le 19,30, tentativo che si rivelerà quello giusto e che porta a sei i tentativi complessivi per avere ragione della nuova “Drumtime”.

Per quanto riguarda la quotazione, che rimane sempre molto soggettiva, ritengo più appropriato un grado che si aggiri attorno all’8c+ vista la rapidità e relativa ‘facilità’ con cui mi sono ritrovato in catena e che un 9a credo non possa permettermi… in secondo luogo ho potuto sfruttare una variante ad un lungo ed aleatorio lancio che Riccardo effettuava e che probabilmente rende il passaggio un po’ più semplice e “tranquillo”.

Purtroppo il 9a dovrà ancora attendere per quanto mi riguarda, ma non demordo visto che si tratta di un grande obiettivo che mi sono prefissato e che spero di raggiungere al più presto!”

Luca Zardini


Drumtime di Riccardo Scarian
arch. news Luca Zardini
arch. news Fonzaso La Sportiva Expo Planetmountain


Nelle foto: Luca Zardini su “Deserto violato” 8c nella falesia di Volpera a Cortina d’Ampezzo (ph. M. Da Pozzo)

Oltre le vette – Metafore, uomini, luoghi della montagna a Belluno

Dal 30/09 al 14/10 a Belluno si svolge la consueta e ormai classica rassegna di “Oltre le vette – Metafore, uomini, luoghi della montagna”, organizzata dall’Assessorato alla cultura del Comune di Belluno e curata da Flavio Faoro, con mostre, spettacoli e avvenimenti culturali sulla montagna e sui suoi protagonisti.

E’ iniziata sabato 30 settembre e proseguirà fino al 14 ottobre a Belluno la consueta e ormai classica rassegna di “Oltre le vette – Metafore, uomini, luoghi della montagna”, la manifestazione organizzata dall’Assessorato alla cultura del Comune di Belluno, e come sempre curata da Flavio Faoro, che raccoglie in due settimane una mole veramente unica di mostre, spettacoli e avvenimenti culturali sulla montagna e sui suoi protagonisti.

Questa decima edizione, cadendo nel centenario della nascita di Dino Buzzati, non poteva non essere dedicata al grande e indimenticabile scrittore bellunese che tanto trasse ispirazione dalla montagna per i suoi libri. Così, già il manifesto della rassegna, è un omaggio al Buzzati pittore, e ripropone un suo quadro dipinto per il ciclo “I Miracoli di Val Morel” che riproduce il fantastico volo sulle montagne di un gigantesco pettirosso che porta con sé una una fanciulla. Una simbologia che “Oltre le vette” fa sua esplorando, ancora una volta, i “luoghi”, le immagini e, appunto, le metafore della montagna con linguaggi e proposte sempre oltre il “consueto”.

Non a caso sabato 30 ottobre la rassegna ha preso l’avvio, al Teatro Comunale, con 20.000 piedi sopra il mare – ArtVideoMix. Uno spettacolo – ideato e realizzato da Alberto Peruffo (alpinista, editore, animatore di eventi culturali) per la coproduzione di TrentoFilmfestival e Fattoria Artistica Antersass – che coniuga arte e multimedialità per raccontare, con un approccio interdisciplinare e fuori dagli schemi, la sua ultima esperienza in Himalaya, sul Rakaposhi e sul Batura II. Un’interdisciplinarità su cui si fonda questa rassegna che spazia dalle mostre pittoriche e di fotografia, alla proiezione dei film più recenti come di quelli del passato, dagli spettacoli teatrali agli incontri con i grandi alpinisti, da sempre un richiamo irresistibile per gli appassionati della montagna.

Spettacoli, libri, incontri con gli alpinisti. Segnalazioni

Venerdì 6 ottobre 2006, ore 21, Teatro Comunale. Da non perdere la serata con Nives Meroi che in “Nient’altro che del bianco a cui badare” racconterà la sua stagione 2006 che l’ha vista, insieme con Romano Benet (suo compagno nella vita e in montagna), raggiungere la vetta del Dhaulagiri e del K2, nonché scampare alla valanga sull’Annapurna. Sono 9 le cime di 8000m raggiunte (senza ossigeno e senza “portatori”) dai due, con uno stile di “coppia” e di “gruppo” che dà un significato speciale alla loro viaggio-esperienza sulle cime più alte del mondo.
Sabato 7 ottobre 2006. Da non mancare, inoltre, la performance di Marco Paolini e dell’Orchestra d’archi dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia con Mario Brunello, direttore e violoncello. In programma il Quartetto per archi n. 1 “Sonata a Kreutzer” e testi liberamente ispirati a Tolstoy.
Giovedì 12 ottobre 2006, ore 21, Teatro Comunale. E’ la volta di “Liberi in libera” ovvero dell’avventura di “gruppo” dei Ragni di Lecco sulle pareti del mondo, dall’Italia al Sud America, al Pakistan. Simone Pedeferri e Fabio Palma presentano il viaggio, senza schemi ed itinerari, attraverso le pareti del mondo alla ricerca dell’esperienza e dell’arrampicata più libera e naturale possibile.
Sabato 14 ottobre 2006, ore 21, Teatro Comunale. Gran finale delle serate con i Tenores di Bitti: un incontro con le sonorità ancestrali della natura. Da non mancare!

Tra film di montagna, recentissimi e storici (come The White Tower – La Torre Bianca, con Alida Valli e Glenn Ford, con speciali proiezioni per i ragazzi delle scuole (con film in lingua originale) e per gli ospiti della Casa di riposo comunale. Tra le novità editoriali l’atteso nuovo romanzo di Mauro Corona, I fantasmi di pietra (Mondadori), la biografia di Tita Piaz, scritta da Luciana Palla. Da segnalare, poi, il laboratorio poetico con Alfonso Berardinelli, che si concluderà con un Caffè letterario sul tema della poesia e la montagna. Importanti anche i convegni di studio, sulla medicina in montagna (uno sulle urgenze psichiatriche in quota e uno, il 7 ottobre, sull’alimentazione in montagna) e sul rischio idrogeologico nelle valli alpine, in riferimento ai quarant’anni dall’alluvione del 1966.

Tra le mostre in programma, dal 30 settembre al 22 ottobre. A Palazzo Crepadona quelle fotografiche: Alpinismo Acrobatico-Le Dolomiti e l’invenzione dell’arrampicata, in collaborazione con la Città di Bolzano, e Viaggiatore in stile Touring- Giacomo Bersani socio TCI: fotografia, bicicletta e montagna agli inizi del Novecento. All’Auditorium Comunale invece due mostre di pittura, una della parmense Maria Grazia Passini e una di Lalla Ramazzotti Morassutti, nipote dello scrittore Dino Buzzati. Inoltre è possibile vistare anche le mostre filateliche (con annulli speciali) e una mostra mercato del libro di montagna.

TUTTE LE INFO SU OLTRE LE VETTE www.oltrelevette.it

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Libreria Peakbook Roma: Fabio Palma presenta Lettere di sosta e Solitari

Il 16/12 alle ore 20,30 alla Libreria Peakbook, in Via Arco dei Banchi 3/a a Roma, Fabio Palma presenterà i suoi ultimi due libri: Lettere di Sosta e Solitari.

Sabato 16 dicembre alle ore 20,30 alla Libreria Peakbook, in Via Arco dei Banchi 3/a (zona corso Vittorio Emanuele II) a Roma, Fabio Palma presenterà i suoi ultimi due libri: "Lettere di Sosta" sogno tra realtà e immaginazione con testi di Fabio Palma e illustrazioni di Simone Pedeferri (pubblicato dai Ragni di Lecco) e "Solitari" edito per I Rampicanti di Versante Sud.

Nel corso della serata saranno proiettate una serie di diapositive tratte dal libro Solitari ed una serie di filmati (Portami Via, 15’ – E non la vogliono capire, 6’ – Follie di fine estate 8′).

LETTERE DI SOSTA
di Fabio Palma, Simone Pedeferri (Ragni di Lecco)

"E’ una pazzia" Così commentò il titolare della tipografia, quando Ugo Nardini, il grafico, illustrò i "dettagli" del libro. Che, tralasciandone molti, sono per esempio: la rilegatura a mano così da consentire, senza strappi e ferite, di estrarre le stampe che si vuole per incorniciarle; la carta che "sa" di natura (anche l’olfatto vuole la sua parte, in un libro, così deve aver pensato il Nardini…), diversa da quella dei dipinti; la copertina con testo argentato; il numero progressivo delle mille copie, da rendere di fatto unica ogni copia.

Un sogno, questo libro, seminato un 21 Aprile 2005, germogliato sotto trenta kg di materiale in discesa dall’ultimo giorno di apertura di Portami Via, in Wenden, il 4/9/05 (quando mentalmente scrissi Da un bulbo a un tulipano), poi fiorito quando Simone accettò l’idea di dipingere questo e altri racconti e poi, appunto, nacque l’idea del libro (ora non sappiamo neanche più chi la ebbe, a dir la verità).

Che consiste, quasi dimenticavo, di 30 racconti e 40 dipinti, tutti inediti se si escludono 4 racconti vincitori in concorsi letterari nazionali e internazionali (ma pubblicati in antologie a diffusione esclusiva) e una decina di dipinti già esistenti presentati in alcune mostre. Ci ha apprezzato il capitolo inquietudini di Solitari o le prefazioni, nel medesimo, a Manolo e Babanov, può avere un’idea dello stile dei racconti, comunque diverso se penso ai racconti dove si parla di società piuttosto che a quelli dove l’amore, e anche l’erotismo, sono protagonisti assoluti.

La montagna, o meglio la scalata o l’alpinismo, è quasi sempre presente, ma spesso in maniera defilata. Lo pubblichiamo come Ragni di Lecco, anche perché nessuna casa editrice di questo settore poteva seguirci in questa pazzia. Come invece hanno fatto, e voglio proprio sottolinearlo, due sponsor come la norvegese Dale e le cartiere Fedrigoni, nonché la tipografia Esa Trend di Gallarate. Che permettono di contenere il prezzo a 25 euro laddove esperti hanno stimato nel doppio il minimo che dovrebbe costare un libro del genere.

LETTERE DI SOSTA
Fabio Palma, Simone Pedeferri
Progetto grafico: Ugo Nardini
Dimensioni: 24,3×33,6
Spessore: 1,8 cm
164 pagine
ISBN 978-88-902662-0-1
Prezzo: 25 Euro
Uscita: Dicembre 2006
Pubblicato da: Ragni di Lecco

SOLITARI
Storie di alpinisti e speleologhi
di Fabio Palma
Versante Sud
Pagine 270
ISBN 88-87890-24-2


LIBRERIA PEAKBOOK – ROMA
SABATO 16 DICEMBRE ORE 20.30 FABIO PALMA PRESENTA I SUOI DUE ULTIMI LIBRI:
"LETTERE DI SOSTA" E "SOLITARI"

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World Cup Lead 2007, la tappa di Zurigo a Verhoeven e Eiter

Il 16/06 a Zurigo (CH) l’olandese Jorg Verhoeven e l’austriaca Angela Eiter si sono aggiudicati la seconda tappa della IFSC World Cup Difficoltà. Migliori italiani Flavio Crespi con il 7° e Luca Zardini con il 9° posto.

Dalla seconda tappa di Zurigo della World Cup Lead (ovvero della Difficoltà) arriva la conferma di ciò che da tempo era chiaro: è sempre più difficile prevedere come andrà a finire nella Difficoltà… Sì perché, aldilà dei giochi di parole, è sempre più un terno al lotto il “toto podio” nella specialità con la corda, almeno in gara maschile. In Svizzera, infatti, registrato l’ennesimo successo ormai di prassi, di Angela Eiter davanti alla 19enne slovena Mina Markovic (la realtà emergente più bella) e della statunitense, nonché vice campionessa del mondo, Emily Harrington, tutta l’incertezza si è vissuta ancora una volta in gara maschile dove almeno 10 atleti di volta in volta si contendono il gradino più alto.

Questa volta è stato l’olandese Jorg Verhoeven che ha preceduto sul podio lo spagnolo Patxi Usobiaga e lo svizzero Cédric Lachat. Mentre, a conferma dell’estrema incertezza della lotta per il vertice, David Lama, il giovane fenomeno austriaco vincitore della prima tappa, s’è dovuto accontentare dell’8° posto. Come occorre segnalare il 7° posto del nostro Flavio Crespi (era 2° dopo la semifinale) ma anche il 9° posto di Luca Zardini, che una volta di più s’è confermato intramontabile. E ancora il 4° posto dello spagnolo Ramón Julian Puigblanque, ritornato nelle vicinanze del podio. Il 5° del francese Sylvain Millet, ormai rimasto l’unico dell’ex squadrone francese tra i top ten. Il 6° di Eduard Marin Garcia, che invece porta ancora una volta a 3 gli spagnoli finalisti, e infine il 10° posto del campione del mondo Tomás Mrázek.

Insomma, in gara maschile tutto può succedere e di “partita in partita” i giochi sembrano farsi sempre più aperti. Basti dire che dopo la semifinale di Zurigo comandava la corsa Marin Garcia davanti a Crespi e a Millet, mentre 8° e ultimo a passare in finale era stato proprio Verhoeven. Ora al comando della classifica dopo due tappe c’è proprio lui, l’olandese Verhoeven che precede Usobiaga e Lama. Ma la corsa è ancora lunga e soprattutto, come ormai è chiaro, apertissima: in molti hanno le carte in regola per fare il loro gioco. E tra questi ci piace inserire anche il (mito) 38enne Yuji Hirayama che, dopo il 9° posto del suo ri-esordio in Coppa, a Zurigo è stato 16° ed ora è all’11° posto in classifica generale: chissà che il giapponese non possa togliersi la soddisfazione di aggiungere un’altra medaglia al suo ricchissimo palmares. Come crediamo che il 20enne Alessandro Fiori, il 3° italiano in gara, con un po’ più di esperienza possa andare ben aldilà del 26° posto di Zurigo.

Chi non può andare oltre è invece Angela Eiter. Più di così non può fare la campionessa del mondo austriaca: a Zurigo è stata l’unica a chiudere al top tutte e tre le vie di gara. Ed ora, con due gare vinte su due in quest’edizione 2007, è ancora una volta “una donna sola al comando”, e per ora non si vede chi la possa andare a riprendere. Ci tenterà la stella nascente Mina Markovic, 2° a Zurigo e 2° in classifica generale. Ci tenteranno anche Emily Harrington (3a a Zurigo), e soprattutto la francesina (appena 16enne) Charlotte Durif 4a in questa seconda tappa, 4a anche in classifica generale e vero talento dell’arrampicata mondiale.

Sicuramente dell’inseguimento alla Eiter saranno poi protagoniste anche la giapponese Yuka Kobayashi, 5a a Zurigo, ma anche Natalija Gros, giunta 6a a Zurigo e recente vincitrice della tappa della World Cup Boulder di Grindelwald. Come ha tutte le possibilità di stare in corsa Jenny Lavarda, solo 19a in questa seconda tappa. Ed è senz’altro ancora in corsa Sandrine Levet, rimasta fuori dalla finale con il 9° posto. Mentre è nel pieno della corsa Muriel Sarkany ovvero il più bel rientro dell’anno. Ora la 32enne campionessa belga, con il 9° posto di Zurigo e il 2° della prima tappa di Imst, è 3a in classifica generale: della serie i campioni si riconoscono sempre!

Il seguito con la prossima corsa della Diccoltà mondiale a Chamonix l’11.-13 luglio. Intanto però tutti gli occhi sono puntati su Fiera di Primiero per la tappa italiana della Coppa del mondo di Boulder: grande spettacolo annunciato!

Classifica maschile
1 Jorg Verhoeven NED
2 Patxi Usobiaga Lakunza ESP
3 Cédric Lachat SUI
4 Ramón Julian Puigblanque ESP
5 Sylvain Millet FRA
6 Eduard Marin Garcia ESP
7 Flavio Crespi ITA
8 David Lama AUT
9 Luca Zardini ITA
10 Tomás Mrázek CZE
11 Romain Desgranges FRA
12 Eric Lopezmateos ESP
13 Kazuma Watanabe JPN
14 Sachi Anma JPN
15 Daniel Winkler SUI
16 Yuji Hirayama JPN
17 Pablo Barbero Alfonso ESP
18 Klemen Becan SLO
18 Magnus Midtboe NOR
20 Michaël Fuselier FRA
21 Matej Sova SLO
22 Fabien Comina FRA
23 Felix Neumärker GER
24 Martin Jaggi SUI
24 Roland Wagner AUT
26 Alessandro Fiori ITA
27 Gabor Szekely HUN
28 Mikhail Gogol RUS
28 Ivan Kaurov RUS
30 Marco Antonio Jubes Angarita ESP
31 Casper Tensijthoff NED
32 David Caude FRA
33 Olivier Hequin FRA
34 Erik Carlsson SWE
35 Benoit Heintz FRA
classifica completa

Classifica femminile
1 Angela Eiter AUT
2 Mina Markovic SLO
3 Emily Harrington USA
4 Charlotte Durif FRA
5 Yuka Kobayashi JPN
6 Natalija Gros SLO
7 Irati Anda Villanueva ESP
8 Florence Pinet FRA
9 Sandrine Levet FRA
9 Muriel Sarkany BEL
11 Evgenia Malamid RUS
12 Christine Schranz AUT
13 Katharina Saurwein AUT
14 Nina Caprez SUI
15 Juliane Wurm GER
16 Lucka Franko SLO
17 Yana Chereshneva RUS
17 Alexandra Eyer SUI
19 Jenny Lavarda ITA
20 Barbara Bacher AUT
21 Maja Vidmar SLO
22 Ksenia Alexeeva RUS
23 Bettina Schöpf AUT
24 Akiyo Noguchi JPN
25 Gerda Raffetseder AUT
26 Manuela Valsecchi ITA
27 Christina Schmid SUI
28 LinnKarin Stendal NOR
29 Vera Zijlstra NED
30 Emeline Thomas FRA
classifica completa

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Alt(r)ispazi Milano: serata ‘Senza chiodi fissi’

Il 15/01 alle ore 21,00 con una speciale serata dedicata al film “Senza chiodi fissi” di Alessio Viola con protagonisti Ettore Pagani, Nicolò Berzi, Alessandro Gogna e Jacopo Merizzi (41’, Italia 2005) s’inaugura all’Auditorium San Fedele di via Hoepli, 3/b a Milano la stagione di eventi programmata da Alt(r)i Spazi.

Lunedì 15 gennaio alle ore 21,00 con una speciale serata dedicata al film "Senza chiodi fissi" di Alessio Viola con protagonisti Ettore Pagani, Nicolò Berzi, Alessandro Gogna eJacopo Merizzi (41’, Italia 2005) s’inaugura all’Auditorium San Fedele di via Hoepli, 3/b a Milano la stagione di eventi programmata da Alt(r)i Spazi,associazione che promuove la conoscenza del mondo della montagna, dell’esplorazione e dell’avventura attraverso la cultura.

Nel corso della serata saranno recitati brani scritti da Ettore Pagani intervallati dagli interventi musicali di Lele Botti, Beppe Fornaroli in duo con Veronica Vismara, Marco Marchi e Marco Zappa. Interveranno inoltre Nicolò Berzi (guida alpina e co-autore del film), Alessandro Gogna (alpinista ed editore), Jacopo Merizzi (alpinista). Mentre Nicola Noè e Vinicio Stefanello guideranno il libero confronto e lo scambio di idee fra alpinisti ospiti, climbers, semplici appassionati di montagna e tutte le persone che cercano negli alt(r)i spazi un modo di vivere la natura e la montagna liberamente e (dunque) senza "chiodi fissi".

Senza chiodi fissi, il film
Ettore Pagani, apritore con Tiziano Nardella della Milano ’68 sulla parete del Medale (Lecchese, Gruppo delle Grigne), torna 35 anni dopo sulla “sua” via con Nicolò Berzi. Attraverso immagini, citazioni, foto d’archivio e testimonianze, l’idea dei due amici di riattrezzare in chiave moderna la via aperta nel 1968 diventa un’occasione di confronto tra opinioni diverse su arrampicata, divertimento in montagna e motivazioni che stanno alla base dell’alpinismo, offrendo spunti di discussione senza voler imporre regole o fornire risposte, appunto "senza chiodi fissi".

APPUNTAMENTI ALT(r)ISPAZI 1° SEMESTRE 2007
Per il 2007 Alt(r)ispazi ha preparato una scaletta di serate in cui, alle immagini dei film sull’alpinismo, l’esplorazione e l’avventura, fanno da corollario parole e musica: oltre alle proiezioni cinematografiche, il tema vedrà a confronto vari ospiti e musicisti.

15 gennaio, ore 21,00 – Auditorium San Fedele (MI)
Proiezione del film Senza chiodi fissi di Alessio Viola (41’, Italia 2005)

12 febbraio, ore 21,00 – Auditorium San Fedele (MI)
Proiezione del film La via invisibile di Franco Michieli (50’ – Italia 2005)

26 marzo, ore 21,00 – Auditorium San Fedele (MI)
Proiezione del film Der Weisse Rausch (White noise) di Arnold Fanck (25’, Austria 1931)

16 aprile, ore 21,00 – Auditorium San Fedele (MI)
"Omaggio a Berhault"
Proiezione dei film Metamorphosis
(20’, Francia 1987) e Sur le fil des 4000 di Gilles Chappaz (50’, Francia 2004)

22-23-24 maggio, ore 21,00 – Auditorium San Fedele (MI)
Trento Film Festival a Milano 3° edizione

Auditorium San Fedele, via Hoepli, 3/b – 20121 Milano, MM Duomo, Tram 1 e 2


ALT(r)ISPAZI – MILANO

Serata "SENZA CHIODI FISSI"
LUNEDI’ 15 GENNAIO ORE 21
Auditorium San Fedele, via Hoepli, 3/b – Milano

Info
Biglietto di ingresso: € 7,00
Ingresso Soci Alt(r)i Spazi: € 5,00
Abbonamento 4 serate: € 25,00 / € 18,00
Prenotazioni presso segreteria Alt(r)i Spazi
tel. 02-8373124
[email protected]
www.altrispazi.org


Qui sopra Ettore Pagani sulla Milano ’68.
In al to a sx "Alpi" di Marco Milani.

www.altrispazi.org

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Alpinismo: Grandes Jorasses, nuova via sulla est per Batoux e Daudet

Dal 14 al 23 marzo scorsi Philippe Batoux e Lionel Daudet hanno aperto una nuova via, “Little Big Men” (A3, 6a, M5), sulla selvaggia e grandiosa parete est delle Grandes Jorasses (Monte Bianco).

Dal 14 al 23 marzo scorsi Philippe Batoux e Lionel Daudet hanno aperto una nuova via, “Little Big Men” (A3, 6a, M5), sulla selvaggia e grandiosa parete est delle Grandes Jorasses sul massiccio del Monte Bianco.

La nuova via dei due forti alpinisti francesi corre tra la classica via Gervasutti e la Groucho Marx (aperta da Cristiano e Fabio Delisi nel 1983) e supera dapprima la Goulottes des hirondelles (350m III M5+), per continuare poi sulla parete est vera e propria per ghiaccio e misto (250m di M6 A1), e quindi immettersi sul grande muro di granito aggettante (320m di A3 M5 6a) ed infine uscire in vetta con gli ultimi 200m di misto delicato e difficoltà di M2.

Little Big Men è una via di grande respiro con uno sviluppo di oltre 750m (più i 250m di goulotte iniziali) che dopo il terzo tiro ha due lunghezze e mezza in comune con la vicina “Groucho Marx”, una soluzione che i due hanno dovuto prendere per congiungersi al soprastante sistema di fissure: l’alternativa sarebbe stata bucare la roccia…

Batoux e Daudet per il loro “viaggio” hanno usato una tecnica a “capsula” installando un “campo” alla base del grande muro strapiombante che rappresenta il cuore e il punto chiave della parete. In questo modo si sono risparmiati di smontare, rimontare e portarsi appresso la portaledge e, alla fine di ogni giornata di salita, sono ridiscesi lungo le corde statiche installate.

Dopo una battaglia (anche contro il tempo inclemente e le nevicate) durata 9 giorni alla fine è nata “Little Big Men”, ovvero la via che hanno voluto dedicare a due grandi piccoli uomini dell’alpinismo: JC Lafaille scomparso quest’inverno sul Makalu e Damien Charignon sepolto il 13 marzo da una valanga a Serre Chevallier. Una bella dedica per un abella via!

Grandes Jorasses (Monte Bianco) – Parete Est
Little Big Men (dedicata a JC Lafaille e Damien Charignon)

Apritori: Philippe Batoux e Lionel Daudet da 14 al 23/03/2006
Difficoltà: A3 – 6a – M5
tutta la via:
Goulotte des hirondelles: 350m III M5+; zona di ghiaccio inferiore: 250m M6 A1; roccia: 320m A3 M5 6a; misto superiore: 200m M2

il racconto di Philippe Batoux


Foto: Nella foto la parete Est delle Grandes Jorasses con il tracciato di “Little Big Men” (arch. Batoux
)

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IX Climbing World Championship Aviles: i finalisti del Boulder

23/09 ad Aviles la semifinale boulder, comandata da Dulac (Fra) e Noguchi (Jpn) ha visto parecchie esclusioni eccellenti. Nessun italiano ha passato il turno, ma è in arrivo una gran risultato per ora solo ufficioso.

Quando l’incertezza regna sovrana l’unica cosa da fare è non rischiare nulla. Ma come si fa nel regno dell’azzardo del boulder a non rischiare? Forse occorre avere la grinta, la testa e la buona stella che Daniel Dulac e Akiyo Noguchi hanno avuto in questa semifinale. Uno score di 4 problemi su 4 risolti al primo tentativo che non lascia spazio a discussioni: il francese e la giapponese sono gli indiscussi “vincitori” di questo secondo turno dei Campionati. Una semifinale che, come sempre nel boulder, ha riservato non poche esclusioni a “sorpresa”.

A seguirli, nel gioco degli inseguimenti e degli spareggi, c’è uno strabiliante Cédric Lachat che salta come un grillo: per nulla provato dalla (doppia per lui!) finale Lead di ieri sera, ha chiuso i 4 blocchi in 8 tentativi. Mentre sull’altro campo (quello femminile) è la velocista e boulderista ucraina Svitlana Tuzhylina che, con 4 top in 5 tentativi, tallona la Noguchi.

In gara maschile completano la lista dei 6 finalisti il francese Stephane Julien, passato con 3 top in 3 tentativi, che ha superato nell’ordine (sempre con tre boulder chiusi ma in più tentativi) il russo Dmitry Sharafutdinov, il coreano Sang-Won Son e il ceco Martin Stranik.

La finale femminile vedrà invece in campo, oltre alla Noguchi e alla Tuzhylina, anche l’attuale capolista francese della World Cup Boulder Juliette Danion che, con 3 top in 3 tentativi, precede per il numero inferiore di tentativi le russe Yulia Abramchuk e Olga Bibik. Infine Anna Stöhr, ultima finaliste con 2 top in 2 tentativi. Lo stesso identico risultato, anche nelle zone, di Yana Chereshneva che però è fuori per la posizione inferiore ottenuta in qualificazione.

D’altra parte sono fuori gioco in molti da questa finale. Come la francese Sandrine Levet che, dopo aver perso il treno della finale Difficoltà davvero per un niente, si vede sfuggire anche questa del boulder (la sua specialità) per una zona in meno. O, come Angela Eiter, neo campionessa del mondo Difficoltà, che è 10a con 2 top. Ma soprattutto restano fuori la campionessa del mondo uscente, l’ucraina Olga Shalagina (15° posto) e la russa Tatiana Tarasova (8a) che comandava (proprio con Levet e Shalagina) la classifica delle qualificazioni. E restano fuori campioni come l’austriaco Kilian Fischhuber e il filandese magico Nalle Hukkataival solo 19°.

E ancora, e soprattutto per noi, saltano la finale anche tutti gli azzurri in gara: sia Christian Core che Lucas Preti (10° e 8° entrambi con 2 top in 2 tent.) ma anche Jenny Lavarda e Stella Marchisio (16° e 17° posto rispettivamente con 2 e 1 top) hanno finito il loro Campionato. C’è da dire che, sia Core che si è “perso” nel primo boulder, sia Preti che è stato uno dei tre a chiudere al primo tentativo il (difficile e strano) 4° problema, erano perfettamente in grado di farcela. Ma, si sa e ormai è inutile ripeterlo: questo è il gioco del boulder dove regnano l’assoluta incertezza e il massimo azzardo.

A proposito di azzardo: a chi già pensa che questa squadra nazionale ha fallito i suoi obiettivi consigliamo di avere un po’ di pazienza: arriverà presto la conferma ufficiale che non è così. Il resto alla prossima puntata!

Vinicio Stefanello

IFSC Climbing World Championship Boulder – Aviles (ESP)

Finalisti Boulder
1 Daniel Dulac FRA
2 Cédric Lachat SUI
3 Stephane Julien FRA
4 Dmitry Sharafutdinov RUS
5 Sang-Won Son KOR
6 Martin Stranik CZE

Finaliste Boulder
1 Akiyo Noguchi JPN
2 Svitlana Tuzhylina UKR
3 Juliette Danion FRA
4 Yulia Abramchuk RUS
5 Olga Bibik RUS
9 Anna Stöhr AUT

Campionato del Mondo Aviles 2007 – tutti i report Vai alle classifiche complete

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Shisha Pangma, il video di Ueli Steck

Il video di Ueli Steck della sua salita lampo sullo Shisha Pangma (8027m), Tibet

Ecco le prime immagini e il report di Ueli Steck della sua salita lampo sullo Shisha Pangma del 17/04/2011. Un record da 10 ore mezza dal campo base avanzato alla cima e 20 tra andata e ritorno. "E’ stato semplicemente fantastico" ha scritto Steck sul suo blog "Uno di quei giorni quando tutto funziona alla perfezione. Ho semplicemente iniziato a salire, non mi aspettavo di andare in cima. Volevo verificare le condizioni fino a 7200m. Ma le cose sono andate bene."
Per quanto riguarda i dettagli della salita, Steck specifica "Sono salito nella prima parte per la Via dei Britannici, poi ho attraversato sulla via di Wieliki a causa della scariche di pietre durante la notte, e ho finito per uscire sulla via degli Spagnoli. Non avevo un disegno della parete e delle vie, così sono salito dove sentivo che andava bene… L’uscita della parete era OK, con un paio di sezioni di roccia. Una volta in cresta ho depositato il mio zaino. Non avevo molto lì dentro, tranne un fornello, una maschera, un po’ di cibo e un po’ da bere. Ho salito l’intera via in pantaloni imbottiti con piuma d’oca ed un piumino, ma le temperature erano piuttosto buone. Il meteo aveva previsto meno 12°C a 8000 metri, forse nella notte il termometro è sceso a -20°C . La cresta era a posto – non c’era molta neve. Il vento aveva spazzato via tutta la neve, così sono riuscito a raggiungere la cima principale abbastanza velocemente. Alcune sezioni della traversata facevano un po’ paura perché sotto la cresta, sul nato nord, c’era un sacco di neve."
Click Here: Maori All Blacks StorePoi la discesa ed il rientro nel campo base, 20 ore dopo la partenza. Bella corsa! L’unico neo, se proprio vogliamo, è la macchina fotografica che si è congelata durante la salita. Speriamo che sulla prossima tappa, il Cho Oyu, le batterie riescano a stare al passo con Ueli.
Ueli Steck Climbing Shisha Pangma (8027m)

Leben ist jetzt, alias la vita è ora, per Astner e Ciullo

Lo scorso gennaio Kurt Astner ed Emanuele Ciulli hanno aperto Leben ist jetzt (200m, IV/M7+/ghiaccio 80/90°) una nuova via di misto moderno di 5 lunghezze in Val di Tures (Riva di Tures, Bolzano). Tutte le 5 lunghezze sono state liberate dallo stesso Astner.

Leben ist jetzt (La vita è ora) si aggiunge ad altre due vie aperte da Kurt Astner e Christoph Hainz, solo con chiodi normali e protezioni veloci, sotto la parete del Rastental Nock” (2558m) vicino a Riva di Tures. Sono passati 9 anni da quelle due vie e Pustertaler Halbgefrorenes (230m/IV/8-/ghiaccio 90°) e Zapfenlos 190m/IV/M8+/ghiaccio 90° aspettano ancora una ripetizione. Forse anche per questo Kurt Astner con Emanuele Ciullo è ritornato per aprire questa nuova via che offre 200 metri per 5 lunghezze di IV/M7+/ghiaccio 80/90° nello stesso stile “clean”. O forse è tornato perché la vita… è ora e come dice lui questa via è davvero “un diamante da collezione”.

LEBEN IST JETZT – LA VITA È ORA
di Kurt Astner

Riva di Tures, una valle conosciuta per le cascate di ghiaccio e per le feste dopo le vie! Qualche inverno fa c’era anche la struttura di ghiaccio in mezzo al paese di Riva, un villaggio di sole 350 anime. Quattro volte alla settimana andavamo lì, per scalare, per incontrarci, per parlare delle ultime salite. E’ stato un periodo fantastico e tranquillo…

Poi, nel 2000, un posto “tranquillo” l’abbiamo trovato sotto la parete del “Rastental Nock” (2558m). Insieme con Christoph Hainz ho aperto due vie multi-picht fino a sette tiri. Le vie sono attrezzate con chiodi normali e protezioni veloci, forse anche per questo manca fino ad oggi la prima ripetizione in libera! O forse sarà perché queste vie sono ancora poche conosciute…

Non siamo stati i primi però a mettere mano su quella parete. Nell’estate del 2000, due scalatori della valle avevano già piantato i primi spit sullo strapiombo giallo! Noi non lo sapevamo, così siamo saliti a sinistra, dove era possibile proseguire con il nostro stile di salita. Chiodi normali e protezioni veloci, finché era possibile. E’ un peccato però che il progetto con partenza diretta sia rimasto lì, incompleto…

Estate 2009: con Emanuele Ciullo ho conosciuto un altro amico molto simpatico e soprattutto sempre motivato! Lui è un altro dei giovani scalatori del gruppo di Brunico cresciuti alla scuola di Christoph Hainz… L’estate scorsa Emanuele è stato il mio compagno di cordata, quando abbiamo salito una lunga lista di vie in Dolomiti. Poi, dopo l’avventura estiva, abbiamo proseguito con le cascate! Quest’anno del resto le condizioni sono veramente eccezionali: dove vien giù una goccia d’acqua è tutto ghiacciato, tutto “formato”.

E’ bastato che raccontassi a Ciullo qualche storia delle prime salite su quel muro che si vede in alto all’entrata della valle, e nei suoi occhi è subito comparsa la scintilla, la voglia di provarci… Così siamo andati a vedere se la linea tutta a sinistra era ancora da fare. Intanto sono passati nove anni, dalla prima salita delle altre due vie.

Con gli sci ai piedi partiamo dal parcheggio e saliamo il ripido pendio che ci porta direttamente all’attacco del nostro progetto. Guardandoci un po’ attorno vediamo solo una corda fissa sulla via “Pustertaler Halbgefrohrenes”: chissà a cosa serve… Con una serie di “camalots” e chiodi normali parto per il primo tiro. La roccia è migliore a destra e riesco a mettere delle protezioni, tutto sommato buone. Dopo dieci metri mi aspetta una colonna di ghiaccio che mi porta a sinistra del tetto: metto un chiodo e lo supero. Finora è tutto molto bello…

Il resto del tiro è un mix tra roccia, terra e, alla fine, anche cespugli! Preparo la sosta e scendo.  Ciullo sta quasi morendo di freddo. Dopo un tè caldo, riparto di nuovo con la corda dall’alto e cerco di mettere un po’ a posto il tiro. A sera il risultato è una lunghezza nuova neanche male, però manca la grande “soddisfazione”… Basta per oggi. Scappiamo via con gli sci, e dopo poco tempo siamo già alla macchina, mezzi congelati dal freddo.

Nei giorni successivi ci troviamo all’AlpStation di Brunico per discutere su come proseguire! Mi serve una giornata con una super motivazione per chiodare il secondo tiro: lì la roccia sembra veramente marcia!

Ci troviamo nuovamente in sosta in mezzo ai cespugli: un posto comodo per dividere il materiale e per fare sicura quasi da seduti. Però quando parto per il secondo tiro, mi sembra quasi di essere un albero di natale tanto sono pieno di materiale attaccato all’imbrago. Poi per tutta la prima sezione, mi sembra di essere più un boscaiolo che una Guida Alpina! Ma più vado su e migliore diventa anche la roccia. Dopo venti metri riesco a piantare la prima piccozza nel ghiaccio: ho fatto un pezzo importante. Nei prossimi venti metri mi aspetta un mix di ghiaccio e neve. Sotto uno strapiombo, riesco a fare la sosta a destra. Prima di scendere guardo come proseguire per il terzo tiro: devo salire sotto un gran bel tetto che poi ci porterà alla colonna finale.

Scendo in doppia alla prima sosta, dove Ciullo mi attende con un sorriso. Bel lavoro oggi, anche la temperatura ci ha aiutato! Non come l’altra volta, a meno quindici… Prima di finire la giornata faccio ancora un giro da secondo. Porto il resto del nostro materiale alla seconda sosta, così la prossima volta la finiamo questa via.

Terzo giorno di parete. Oggi voglio anche liberare tutti i tiri da primo, in stile Rotpunkt, quello che interessa a noi! Perché anche sulle cascate, come in estate sulla roccia, lo stile per noi deve essere lo stesso. La difficoltà non è alta, ma la roccia non è mai sicura. È molto facile che ti salti fuori una picca. Così, con l’esperienza del boscaiolo e la patente di Guida, arrivo alla seconda sosta… senza cadere!

Parto per il terzo tiro, dove ad attendermi c’è un ghiaccio bellissimo. Pochi metri sotto il tetto preparo la sosta. Il ghiaccio era finito un po’ prima così l’ultimo pezzo l’ho scalato con le mani e le picche sulle spalle. Pianto tre chiodi da roccia in una fessura. “Sosta, vieni pure!”, grido a Ciullo. Siamo quasi arrivati alla fine del nostro progetto, ancora un’ultima colonna di ghiaccio e poi siamo sul facile!

Faccio un breve traverso verso destra e poi esco fuori per una “finestra”. Perfetto! Restano ancora cinque o sei metri di ghiaccio verticale da salire… Sopra la colonna attrezzo la sosta e preparo tutto per il tiro finale: cinquanta metri di ghiaccio a settanta gradi, che bella questa via. Veramente un diamante da collezione!

Arrivati in cima, un po’ stanchi ma felici, iniziamo ad attrezzare la discesa. Con quattro doppie siamo alla base della parete. È diventato buio, prepariamo gli zaini e scendiamo alla macchina. I chiodi utilizzati li abbiamo lasciati in parete per chi avrà voglia di seguirci…

Kurt Astner

Scheda LEBEN IST JETZT

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Bishop bouldering: Kevin Jorgeson libera Ambrosia

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L’8/01/2009 lo statunitense Kevin Jorgeson ha realizzato la prima salita del super highball ‘Ambrosia’ a Buttermilks (Bishop, California) e la prima ripetizione di Luminance V11.

Kevin Jorgeson è in forma smagliante. Proprio ieri in una delle culle del boulder, i Buttermilks a Bishop – California, il 24enne climber statunitense è riuscito nella prima salita dell’ ‘highball’ “Ambrosia”. Alto quasi 15 metri, il problema (che vista l’altezza definire semplicemente un boulder sembra quasi inappropriato) sale la bellissima parete centrale del Grandpa Peabody boulder dapprima con una partenza bruciante fino ad un hueco, ovvero un buco posto a circa 7 metri da terra, per poi continuare con difficoltà sostenute fino al top.

Il local Wills Young spiega che la linea era stata tentata senza successo all’inizio degli anni ’90 da Tommy Herbert. Kevin ha ora ripreso in mano la sfida centrando la toprope.

Attualmente non c’è un grado definitivo – la partenza da solo vale V11 nella gradazione boulder americana, mentre la seconda parte, se fosse una via a spit, sarebbe attorno all’ 8a francese. In ogni caso va detto che Kevin è sicuro che tutto ciò che aveva salito finora era solo un allenamento per Ambrosia. Dal canto suo Wills Young si sbilancia ulteriormente, commentando che Kevin “ha portato le salite headpoint ad un nuovo livello nei Buttermilks.”

Subito dopo la sua salita, Jorgeson ha realizzato anche una veloce prima ripetizione di Luminance, il “super highball” gradato V11 e liberato da Shawn Diamond alla fine di dicembre 2008… C’è il sospetto dunque che non sia ancora finita: non resta che aspettare le nuove notizie dalle Buttermilks!

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