Stefano Ghisolfi e Laura Rogora vincono il Campionato Italiano Lead 2015

Il 20 dicembre 2015 a Trento Stefano Ghisolfi e Laura Rogora hanno vinto la XXXI edizione del Campionato Italiano Lead. Secondo posto per Francesco Vettorata e Jenny Lavarda, bronzo per Marcello Bombardi e Asja Gollo.

Un grande Campionato italiano assoluto di specialità Lead ha chiuso la stagione agonistica 2015 dell’arrampicata sportiva. A Trento, ben 65 arrampicatori hanno dato vita ad una competizione intensa, una lotta per raggiungere la vetta ed arrivare più in alto degli altri. In gara si sono affermati il torinese Stefano Ghisolfi e la romana Laura Rogora, che hanno preceduto sul podio i rispettivi avversari Francesco Vettorata e Jenny Lavarda. Il terzo posto è andato a Marcello Bombardi e Asja Gollo.

Per Stefano Ghisolfi, atleta del Gruppo Sportivo Fiamme Oro, si tratta di una riconferma dopo aver vinto il titolo anche nelle precendeti tre edizioni. Laura Rogora, scalatrice della Climbing Side, ha invece raccolto il testimone dalla seconda classificata, Jenny Lavarda, strappandole l’oro grazie ad un miglior tempo sul cronometro. Per l’arrampicatrice romana si tratta di un fantastico bis perché segue la vittoria del Campionato italiano di specialità Boulder di novembre: la giovane atleta dimostra ancora una volta di essere uno dei talenti migliori in circolazione a livello nazionale, vista anche la giovane età (solo 14 anni) ed i margini di crescita che possiede.

La palestra Sanbapolis ha ospitato la XXXI edizione della manifestazione, organizzata dal Gruppo Rocciatori Piaz di Mezzolombardo che, in soli 20 giorni e con passione e determinazione, ha dato vita ad una competizione davvero coinvolgente. Tanto divertimento per il numeroso pubblico presente, oltre 500 appassionati che hanno ammirato le scalate vertiginose degli arrampicatori verso la conquista del top.

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Premiazione degli atleti presieduta dal Presidente della Federazione Arrampicata Sportiva Italiana Ariano Amici, che ha espresso compiacimento per il risultato della manifestazione: " Questi Campionati italiani hanno concluso una stagione lunga ed intensa. I vincitori rappresentano il presente e il futuro del nostro movimento; a loro, a tutti i partecipanti e alle loro società vanno i miei più vivi ringraziamenti per lo spettacolo sportivo offerto. Colgo anche l’occasione per ringraziare la società organizzatrice, il Gruppo Rocciatori Piaz di Mezzolombardo per aver allestito in così poco tempo un campionato italiano all’altezza."

A consegnare le medaglie anche anche Sergio Anesi, membro della Giunta Nazionale del CONI, Alberto Molinari Presidente dell’Opera Universitaria di Trento, e Gabriella Pedroni, Consigliere della Comunità di valle Rotaliana. Una grande prova per il volontariato sportivo trentino e per tutto il mondo dell’arrampicata, che ha dimostrato tutta la sua capacità organizzativa e la ricchezza dei propri impianti.

Roland Hemetzberger libera il vecchio progetto di Stefan Fürst ad Achleiten

Venerdì 25 dicembre 2015 Roland Hemetzberger ha liberato un vecchio progetto di Stefan Fürst a Achleiten in Austria. Per questa via d’arrampicata sportiva il climber tedesco suggerisce il grado 9a+.

Roland Hemetzberger ha aggiunto un’altra difficile via d’arrampicata sportiva alla falesia di Achleiten in Austria. Infatti, dopo Lichtblick 9a e Tunnelblick 8c+/9a, il giorno di Natale Hemetzberger si è regalato la prima libera di una via di 35m tentata da Stefan Fürst circa 20 anni fa. Hemetzberger descrive questa come uno “slalom seguendo una serie di micro tacche” e, utilizzando Fugu 9a a Schleierwasserfall come linea guida, suggerisce il grado di 9a+ per quella che è ora la sua salita più difficile di sempre.

Per quelli per i quali il nome di Stefan Fürst significa poco: durante gli anni di grande sviluppo dell’arrampicata sportiva, dalla fine degli anni ’80 fino a metà anni ”90, l’altissimo tirolese è stato senza dubbio uno dei più forti e, contemporaneamente, meno conosciuti climbers austriaci. Ci sono vie sue in falesie dallo Schleierwasserfall fino a Sparchen e mentre il suo input maggiore probabilmente è rappresentato dalle innumerevoli vie sportive dal 7a al 8a, vale senz’altro la pena ricordare la sua Piccolo Orso a Sparchen. Liberata nel 1992, era stata gradata 8b+ in origine ma Adam Ondra, quando finalmente l’ha ripetuta, ha poi suggerito il grado di 8c/8c+. Nel 1996 Fürst ha liberato il suo capolavoro chiamato Qui al Geisterschmiedwand, gradato 8c+. Sembra che un appoggio importante si sia rotto alcuni anni fa, ma nonostante numerosi tentativi, da due decenni questa via resiste ad ogni tentativo di ripetizione.

Crollo sulla Tour Ronde, Monte Bianco

Oggi, giovedì 27/08/2015 si è registrato uno spettacolare crollo sulla SE del Tour Ronde, Monte Bianco. Il video e le foto della guida alpina Gianluca Marra.

Questa mattina si è registrato sulla parete sudest del Tour Ronde uno spettacolare crollo che fortunatamente non ha causato vittime. Testimoniato in diretta da Gianluca Marra di cui pubblichiamo il video, la Guida Alpina di Courmayeur ci ha raccontato che “un primo crollo è avvenuto verso le 8:30, poi un secondo a distanza di poco più di un ora” precisando che “il crollo ha interessato una sezione della parete SE, sullo sperone poco a destra della via normale che porta in cima alla Tour Ronde.” Probabilmente dovuto all’intenso freddo degli ultimi giorni seguito dal caldo di oggi, come si vede dalle foto il crollo ha persino raggiunto la traccia che porta al Col d’Entrèves.

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Simone Pedeferri dipinge in vetta al Grignone

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Il racconto di Alex Ambrogio Torricini, gestore del rifugio Brioschi che sabato 10 settembre ha ospitato l’alpinista e pittore Simone Pedeferri e il musicista Simone Morandotti alla ricerca dell’ispirazione artistica sulla cima della Grigna Settentrionale.

Sabato 10 settembre 2016, Simone Pedeferri, alpinista e pittore, è salito sulla cima della Grigna Settentrionale, a 2410 m, insieme al musicista e compositore Simone Morandotti. Nello zaino stavolta Pedeferri non ha portato materiale per una scalata, bensì pennelli, colori, una matita e un taccuino. Simone Mornadotti invece ha trasportato in vetta una tastiera.

La cima del Grignone non offre molto spazio eppure, oltre al rifugio Brioschi che esiste da ormai 121 anni ed è stato eletto come rifugio più amato dagli italiani nel 2013, è in grado di ospitare anche una spettacolare cupola geodetica nella quale per tutta l’estate si sono susseguiti una serie di eventi culturali e artistici organizzati dalla gestione del rifugio stesso.

Simone Pedeferri ha accettato l’invito a partecipare all’ultimo evento di questa rassegna intitolata “Sul ciglio dell’Orizzonte” proponendo di dipingere dal vivo un quadro fruttando l’ispirazione del momento e accompagnato, sempre dal vivo, dalla musica di atmosfera di Morandotti trasmessa in cuffie wireless. E’ andata più o meno così…
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un temporale, poi il cielo si apre come un sipario lasciando intravedere tutto lo splendore che si può godere dai 2410m della cima della Grigna Settentrionale. Simone Pedeferri si apparta per un attimo con il suo taccuino e si ritrae un momento essenziale di solitudine per gettare sulla carta uno schizzo: l’embrione di un immagine proiettata nella sua mente e trasferita sulla carta. Mi avvicino per sbirciare con il desiderio infantile di rubargli quell’attimo e vedo le sua dita enormi da scalatore che trascinano l’esile matita sul foglio nudo; l’attimo sacro, quasi mistico, in cui il pensiero di un artista si traduce in un immagine, è il momento del concepimento dell’opera. Ho seguito i movimenti lenti ma precisi di Simone mentre monta il pannello sul quale prenderà forma la sua opera. Il taccuino con lo schizzo embrionale appoggiato per terra, a lato del pannello bianco, sembra attendere fremente, come se avesse il desiderio impellente di prendere vita.

E così parte la musica suonata dal vivo da Morandotti; le note danno a Simone l’ispirazione per comporre il suo quadro. Tutti coloro che quel giorno erano al rifugio Brioschi avevano un paio di cuffie wireless; ciascuno di loro, cullati dalla musica suonata dal vivo e trasmessa in cuffia, si è costruito il proprio momento, nel proprio posto, chi seduto su una roccia, chi in piedi con un filo d’erba tra le labbra, ma tutti con i sensi proiettati un po’ verso l’orizzonte e un po’ verso l’artista che in quel momento stava dando vita alla sua poesia in un immagine.

Con il sole che illuminava il dipinto e il suo pittore, e sullo sfondo un panorama unico, Simone Pedeferri si è espresso nella sua arte concludendo un bellissimo quadro in poche ore.

Dopocena Simone ha proiettato sulla cupola due suoi film: “lL divina commedia”, che racconta dell’apertura di una via nella grotta del Buco del Piombo, sopra Erba nel comasco (una sequenza impressionante di passaggi di 8b e 8a che si sviluppa in 6 tiri), e alcuni video di viaggi e di arrampicata, dal deserto del Wadi Rum alla Groenlandia passando per la Patagonia.

Questo del 10 Settembre è il secondo evento di lancio della rassegna a2410, (prevista per la stagione 2017), assieme all’evento del 3 Settembre evento nel quale all’interno della cupola si sono tenute una performance live di musica elettronica dei Fanciulli GOOM, appositamente ideata per l’occasione, a seguito la sonorizzazione dell’opera dell’artista Francesco Bertelé, ovvero la proiezione video a 360° di un mediometraggio girato nell’estremo nord dell’Islanda e musicato dal performer neozelandese Nick McMullan, sul quale interverranno dal vivo il collettivo Recipient.cc.

Gestisco questo rifugio di vetta da sei anni e non ho mai smesso di sentirmi ospite privilegiato del Grignone e come tale nutro un rispetto reverenziale per un luogo così carico di storia. Da quest’anno ho deciso, appoggiato dalla sezione di Milano del CAI, di realizzare la rassegna “sul ciglio dell’orizzonte”. Quello accaduto e che accadrà in cima ad una montagna, al Rifugio Brioschi, è sicuramente qualcosa di unico: un rifugio di vetta si fa promotore di eventi e si trasforma in un presidio culturale d’alta quota dove l’espressione dell’uomo, con la sua arte e la sua musica, si unisce alla natura adattandosi ad essa ed accettando le sue regole; gli artisti infatti si guadagnano, passo dopo passo, la cima e con essa il luogo delle loro performance. La rassegna “Sul ciglio dell’Orizzonte”, oltre che creare emozioni, esplora un nuovo modo di gestire un rifugio alpinistico, dove la cultura è complementare e di supporto all’attività di accoglienza degli escursionisti. Un investimento in idee innovative che sicuramente complica la gestione già difficile di un rifugio di vetta ma che sicuramente piace, e aiuta la montagna e la cultura stessa.

a2410
a2410 è uno spazio mobile, temporaneo e sostenibile, in forma di cupola geodetica e dotato di una tecnologia audio-video d’avanguardia. Questo spazio, già messo a punto e creato per adattarsi alle condizioni in quota, ospiterà nella stagione estiva 2017 una serie di installazioni, performance e interventi artistici creati e prodotti in sito da artisti e musicisti internazionali più un ricco programma di eventi legati alla montagna e all’alpinismo, curati da Fabio Palma, presidente del Gruppo dei Ragni di Lecco. L’obiettivo di a2410 è di sperimentare un dialogo sensibile e diretto tra la produzione artistica e il contesto alpino, in accordo con lo spirito e le specifiche della cima della Grigna, in risonanza con gli aspetti emotivi e visionari dell’incontro con la natura che si può esperire in vetta. Ad ora, il progetto gode della partnership con i già citati Rifugio Brioschi e Gruppo dei Ragni di Lecco, con il collettivo di sperimentazione multimediale Recipient cc di Milano, la casa di produzione Milkit Film di Como e la Startup d’avanguardia Eldar Lab, che si occuperà di realizzare una cupola progettata ad hoc. Dal punto di vista istituzionale, il progetto è sostenuto dal CAI di Milano e dai Ragni di Lecco.

Il rifugio Brioschi
Si trova sulla vetta della Grigna Settentrionale a 2410m, sopra Pasturo in provincia di Lecco, ed è il rifugio più alto delle Prealpi Lombarde. E’ aperto tutto l’anno nei fine settimana e durante le feste, e tutti i giorni da giugno a settembre. La Grigna è una montagna per tutti, basta saper scegliere l’itinerario più adeguato alla propria preparazione fisica, ricordando che tutte vie di salita in inverno vanno affrontate con i ramponi e la picca. Si possono trovare itinerari lungo boschi e sentieri adatti alle famiglie o vie ferrate e canali intasati di ghiaccio in inverno per chi vuole vivere un’avventura più adrenalinica.
Si può salire da tutti i versanti ma sicuramente il percorso più frequentato in tutte le stagioni per raggiunge la vetta è dal versante Est partendo da Colle di Balisio o da Pasturo seguendo i segnavia 31e 33.
Dal versante Nord, partendo dal Cainallo, assolutamente da non perdere il sentiero 19 che passa dalla spettacolare cresta di Piancaformia o il numero 25 (la via della Ganda) che passando dal rifugio Bogani attraversa la conca di Moncodeno. Il versante Ovest offre interessanti e decisamente più impegnativi itinerari alla vetta partendo dal rifugio Bietti; la via del Guzzi (segnavia 28), il “caminetto” (segnavia 15) e la divertente e aerea ferrata dei Carbonari (segnavia 26). Potete regalarvi una giornata “cinque stelle” con un concatenamento delle vetta delle due Grigne tramite la così detta “Traversata Alta” (segnavia 7) che percorre tutta la cresta che collega le Grignetta dal Grignone, permettendo un accesso a quest’ultimo dal versante SUD.

Link: www.rifugiobrioschi.com – facebook.com/rifugiobrioschi2410/ – www.a2410.it

Sulle ali della storia, alpinismo tra passato e presente a Pian della Mussa

Il racconto di Giancarlo Maritano che insieme a Umberto Bado ha aperto Sulle ali della storia, una via a Pian della Mussa in Val d’Ala (TO) che sale i primi tre tiri di una cascata di ghiaccio aperta da Fulvio Conta e Gian Carlo Grassi e poi aggiunge altri due tiri di arrampicata di misto per raggiungere la frangia finale.

Le cose belle nascono molto spesso per fortuna… e per la pazienza di aspettare! Sono anni che percorro il Pian della Mussa nell’alta Val d’Ala di Lanzo, sia per salirne le cascate, sia per raggiungere il rifugio Città di Ciriè che, da un paio d’anni, ho in gestione con un amico.

In questi anni di sovraffollamento delle cascate più classiche, qui ho davvero trovato un gran terreno di gioco! Lunghezza, esposizione, ambiente… e soprattutto solitudine. Ovviamente c’è il risvolto della medaglia: poche informazioni, pochissime ripetizioni e condizioni assolutamente da valutare con attenzione, soprattutto per quanto riguarda la neve!

Ma questo progetto mi frullava per la testa già da un po’. La parte di ghiaccio era stata salita da Gian Carlo Grassi e Fulvio Conta negli anni d’oro dell’esplorazione dei flussi ghiacciati. Più a destra passa Lacrima Christi, una via di misto di Adriano Trombetta, amico e compagno ai corsi guida. Purtroppo, per questa linea, non si è più formata tutta la parte bassa di ghiaccio.

A me solleticavano gli immensi strapiombi rocciosi sopra l’impalcatura di ghiaccio. “Saranno 10 metri di roccia…” ho detto la prima volta ad Umberto Bado, a cui proponevo il progetto, invece ne sono usciti due gran tiri di dry!

Il compagno, appunto, ce l’avevo. Per me è sempre stato fondamentale condividere queste cose con persone che la pensassero come me: scalare, divertirsi e mai prendersi troppo sul serio! Non ho avuto dubbi quando ho chiesto ad Umberto (amico e collega del gruppo Guide Alpine Torino) di condividere la cosa: scalare per lui non è mai un problema!

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E allora via, è cominciata l’avventura, quando le condizioni lo permettevano; da gennaio 2018, due giorni di duro lavoro ed altri tre di scalata per valutare nel complesso la salita. La parte di ghiaccio è davvero bella: 4 tiri di ghiaccio con difficoltà in crescendo, e l’ultimo che percorre una candela tra due immense ali di ghiaccio, tiro davvero bello ed impegnativo.

In una nicchia a metà tiro abbiamo anche trovato il vecchissimo spit di calata (rigorosamente uno!) di Grassi e Conta: per quegli anni davvero grandi! L’ultimo tiro l’abbiamo fatto andare più in alto che si poteva, fino contro gli strapiombi sommitali… prima sosta completamente appesi. Da lì, è cominciata l’avventura.

Non è stato facile capire dove far passare la via, soprattutto vista la pessima qualità della roccia, davvero dubbia. In più volevamo fare qualcosa di scalabile. Ne sono usciti due tiri davvero ingaggiosi. In continuo traverso a destra, con movimenti davvero belli e sezioni mooolto intense!

Anche la discesa non è uno scherzo: dalla sosta del secondo tiro di dry (per evitare di stare appesi abbiamo messo anche uno spit nella nicchia di ghiaccio, ma per la doppia è necessario utilizzare l’ancoraggio di calata), occorre ripassare gli ultimi 3 fix del tiro sotto, altrimenti non si arriva! 60 metri di calata completamente nel vuoto vi riportano in basso, a metà del terzo tiro di ghiaccio, e via veloci per la seconda ed ultima doppia… a questo punto si è sotto le frange!

Giancarlo Muyo Maritano www.x3mmountainguides.com
Umberto Bado www.guidealpinetorino.com

SCHEDA: Sulle ali della storia, Pian della Mussa

Everest in inverno: venti forti costringono Txikon & Co a scendere

Notizia flash dall’Everest dove a causa dei forti venti la spedizione di Alex Txikon sta attualmente scendendo verso il campo base. La spedizione è impegnata nel tentativo di effettuare la salita invernale senza ossigeno dell’Everest (8850 metri).

Alex Txikon sta rientrando rapidamente al campo base, dopo aver raggiunto quota 7950 metri. L’alpinista basco stava salendo al Campo 4 al Colle Sud, ma le condizioni meteo sono cambiate repentinamente e si prevedono venti in quota intorno ai 100 km orari.

Pertanto Txikon ha deciso di rientrare per mettere in sicurezza la sua squadra. Al momento è a circa 5850 metri. Lasalita alla vetta era prevista per domenica 25, tuttavia la finestra prevista dalle previsioni si è irrimediabilmente chiusa.

Fonte: Endika Lekaroz Agara Ufficio Stampa Alex Txikon

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Kishtwar Shivling pilastro Est, prima salita lungo la Via dei Trentini

Alpinismo: dal 8 – 9 giungo 2016 Nicola Binelli, Luca Cornella, Silvestro Franchini, Tomas Franchini hanno salito l’inviolato pilastro est del Kishtwar Shivling nell’ Himalaya Indiano.

L’inviolato pilastro est del Kishtwar Shivling non è più inviolato. A salirlo l’8 e 9 giugno sono stati Nicola Binelli, Luca Cornella, Silvestro Franchini e suo fratello Tomas che con la loro nuova Via dei Trentini hanno segnato una salita di assoluto rilievo.

Il team ha raggiunto il Campo Base di Bujan nella regione di Kishtwar (Jammu Kashmir) il 22 maggio dopo un lungo avvicinamento durato 7 giorni. L’obiettivo dichiarato dei quattro era scalare il magnifico pilastro est del Kishtwar Shivling. Un primo tentativo è quasi finito in tragedia quando una lama ha tranciato due delle loro corde, poi invece sono ripartiti e l’8 – 9 giugno hanno raggiunto la cima del pilastro di 5780m.

Maggiori dettagli sono attesi in futuro visto che il team sta attualmente rientrando in Italia. Al momento sappiamo che la salita ha richiesto un duro bivacco e 22 ore effettive di scalata. Inoltre, la via è stata aperta senza l’utilizzo di spit e sale sfruttando il punto debole della parete su terreno perlopiù strapiombante, con un dislivello di 800 metri ed uno sviluppo di quasi 1000 metri.

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Pirmin Bertle libera difficile boulder in Patagonia

Video arrampicata: Pirmin Bertle e la prima salita di The cold and smelly breath of death, un nuovo boulder a Dorotea vicino a Puerto Natales, Patagonia, gradato 8B+/8C.

Doveva essere un viaggio di riposo e scoperta con la sua giovane famiglia, dopo la prima libera della via Meiose nella falesia di La Tribune, a Charmey in Svizzera per la quale aveva persino suggerito il grado di 9b. Invece per Pirmin Bertle il richiamo del boulder è stato troppo forte anche nelle terre alla fine del mondo, così nella zona di Dorotea vicino a Puerto Natales in Cile il climber tedesco ha investito 10 giorni per salire una linea che potrebbe attestarsi come uno dei boulder più difficili non solo della Patagonia, ma forse anche dell’America latina. I futuri ripetitori aiuteranno a fare chiarezza, intanto per The cold and smelly breath of death Bertle ha suggerito il grado 8B+/8C.

15/05/2012 – Pirmin Bertle libera due nuovi 9a a Charmey
Nella falesia di Charmey in Svizzera Pirmin Bertle ha liberato Chromosome X e Chromosome Y, entrambi di 9a.

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Patagonia: Paolo Marazzi e Luca Schiera aprono nuova via sul Cerro Mariposa

Il 15 e 16 marzo 2017 i due alpinisti del gruppo Ragni di Lecco Luca Schiera e Paolo Marazzi hanno aperto una nuova via d’arrampicata sulla parete Nordest del Cerro Mariposa in Patagonia.

“Abbiamo passato 25 giorni nella valle del Turbio ad aspettare delle condizioni praticamente mai arrivate ma alla fine, con l’ultima micro finestra di bel tempo, abbiamo salito la parete sud-est della Mariposa!” Così Paolo Marazzi annuncia la nuova via d’arrampicata aperta da lui e Luca Schiera sulla parete Nordest del Cerro Mariposa, una bella cima nella remota valle del Rio Turbio sul confine tra il Cile e l’Argentina, nel nord della Patagonia.

Della salita attualmente si hanno poche informazione, a parte l’ultimo commento di Marazzi “900 metri fighissimi. Un’avventura passata tra cadute da cavallo, viaggi in canotto senza alcuna conoscenza del mezzo, lunghe letture e posti eccezionali!”

La nuova via si trova a sinistra di La Vuelta de los Condores (700m, 5.11 A2), la prima via sulla parete aperta dai canadesi Will Stanhope, Marc-Andre Leclerc e Paul McSorley e dallo statunitense Matt Van Biene nel gennaio 2014, di cui pubblichiamo il video per dare un’idea della selvaggia bellezza del posto.
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Marcel Remy e l’arrampicata a 94 anni

Il video di Marcel Remy che, all’età di 94 anni, sale la parete Miroir de l’Argentine in Svizzera.

Il cognome Remy è una garanzia di qualità. Nella loro carriera alpinistica i due fratelli Yves e Claude hanno aperto una quantità di vie che ha pochi paragoni – si parla di oltre 15,000 tiri finora – e non sorprende affatto che questa passione per l’arrampicata gli sia stata trasmessa dal padre Marcel. Proprio su richiesta del padre, lo scorso agosto i due fratelli hanno accompagnato il loro papà su Miroir de l’Argentine, una parete di 450 metri che richiede un bell’avvicinamento e che Marcel aveva già scalato 200 volte in precedenza. L’unica differenza, visto che è nato nel 1923, è che ora ha 94 anni…